The Stanley Parable, La storia infinita e la nebbia del libero arbitrio
Possiamo davvero scegliere? Ne parliamo con un quadro, un libro e un videogioco. #letteratura #pittura #liberoarbitrio #videogioco
Bentornati a Giochetti, la newsletter che non vi lascia scelta: troppo bella per non condividerla con i vostri amici. E ora che mi sono fatto i complimenti da solo ne approfitto per farli a voi: Giochetti infatti cresce grazie al vostro impegno perché io mi dimentico pure di mettere le storie sui social. Che vergogna. Visto che ci siamo ne approfitto per chiedervi un parere, lo faccio tramite sondaggio perché mi sembra più semplice.
E adesso, buona lettura!
Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere…
Caspar David Friedrich (1818) Viandante sul mare di nebbia [Der Wanderer über dem Nebelmeer] [Pittura] [Olio su tela] [98,4×74,8 cm] Hamburger Kunsthalle, Amburgo
Il libero arbitrio è uno dei misteri della mente umana: tanto evidente che verrebbe da non parlarne nemmeno, più ci si ragiona sopra e più i suoi confini sfumano, la sua solidità si sgretola.
Nel quadro di Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, un uomo contempla uno sconfinato panorama, simbolo della meraviglia del creato e, soprattutto, mare di possibilità sconosciute. Cosa c’è di più simile a un’ode al libero arbitrio di un uomo che contempla tutte le scelte e le scoperte che lo attendono nella vita?
Eppure è proprio questo il talento più grande del libero arbitrio, nel farci credere di averlo davanti ai nostri occhi, di poterlo letteralmente osservare, quando invece non abbiamo altro che l’ignoto davanti a noi.
La situazione in cui si ritrova il viaggiatore del quadro non è poi così diversa da quella in cui si scopre Bastiano, il protagonista del libro La storia infinita.
«Non deve far nulla», rispose l’Infanta Imperatrice, «nient’altro che chiamarmi con il mio nuovo nome, che lui solo conosce. Questo basterebbe.»
Il cuore di Bastiano cominciò a battere furiosamente. […] Ma se poi non ci riusciva? Se magari si sbagliava? Se quei due non parlavano affatto di lui, ma di tutt’altro salvatore? Come faceva a sapere se intendevano parlare proprio di lui?
«Mi domando», fece Atreiu ricominciando a parlare, «se è possibile ch’egli non abbia ancora capito che si tratta proprio di lui e non di un altro.»
Bastiano scopre che (forse) nel libro che sta leggendo parlano di lui: il dubbio lo manda in tilt. E dire che gli basterebbe pronunciare il nuovo nome dell’Infanta Imperatrice per sciogliere ogni incertezza. La stessa imperatrice è sorpresa che per compiere un gesto così piccolo serva tutto questo tempo.
Come dare torto a Bastiano? Lo sconcerto è normale: si ritrova di colpo protagonista della storia che stava leggendo, custode di un potere che gli consentirebbe di salvare un universo intero. Alla fine, come è ovvio, Bastiano farà pace con l’emozione iniziale e accetterà il suo ruolo nella storia. Finirà pure a togliere le pulci a un Drago della Fortuna che io, non so perché, fino a ieri chiamavo candrago.
Bastiano diventa un eroe. Se glielo chiedessimo penso che direbbe che a un certo punto ha vinto le incertezze e ha trovato la forza per entrare in azione. Ha scelto finalmente di agire.
Come il viaggiatore, anche Bastiano era davanti a un mare di nebbia (da non confondere con il mare di Nulla che sta cancellando Fantàsia). Un mare di nebbia che comprendeva tutte le possibilità del futuro. Non si è accorto di una cosa, però, preso com’era da questa vertigine da decisione: che quello che aveva fatto finora era già scritto nel libro, come tutto quello che avrebbe fatto in seguito una volta entrato nel regno di Fantàsia.
«E allora, che cosa mi consigli di fare?» domandò Atreiu.
«Dovrai fare quello che fanno tutti», rispose lo gnomo. «Aspettare che decidano loro, senza sapere il perché.»
Michael Ende (1981) [1979] La storia infinita [Die unendliche Geschichte] [Letteratura] [Fantasy] Longanesi, Milano
Iniziare a giocare a The Stanley Parable: Ultra Deluxe vuol dire fare un corso accelerato di libero arbitrio. Un gioco che parla di giochi e delle decisioni che prendiamo all’interno dei giochi. Se ci vedete un po’ di ricorsività (o con un’immagine, un cane che si morde la coda), be’ vedete giusto.
Nella schermata del titolo (immagine sopra) viene mostrato un pc in cui gira il gioco che all’interno ha un pc con il gioco e così via. The Stanley Parable ha questo di bello: non nasconde il suo intento, mai.
La trama è molto semplice e il narratore ce la spiega fin dai primi istanti: siamo un impiegato, facciamo un lavoro ripetitivo e un giorno ci accorgiamo di colpo che in ufficio non c’è più nessuno.
Il narratore è un elemento fondamentale di The Stanley Parable, perché ci saranno dei momenti in cui raccontando la storia dirà qualcosa riguardo alle nostre azioni. E noi potremo decidere di fare quello che il narratore ha detto. Oppure no.
Un’incredibile dimostrazione del libero arbitrio, giusto?
Non proprio, perché anche prendendo una strada diversa il narratore giustificherà la nostra azione (o farà altro, ma non voglio spoilerare). Saremo quindi sempre in un bivio già previsto dall’autore.
In questa lotta tra noi e il narratore, il nostro libero arbitrio sfuma in un istante. Eppure ogni volta cerchiamo di ristabilirlo, come se fosse un nostro potere speciale che rischiamo di perdere.
Disperato, il narratore, arriva anche a disegnare una linea della storia (immagine sopra) da seguire; disperato il giocatore, che a ogni bivio rimarca la propria indipendenza, solo per scoprirsi in un altro percorso disegnato apposta per lui.
Di tutte le categorie di videogiochi che esistono (e di cui parlavo male qui), non capisco perché nessuno abbia creato “giochi che prendono in giro il giocatore”. The Stanley Parable ne sarebbe un esempio perfetto.
Davey Wreden, William Pugh (2022) [2013] The Stanley Parable: Ultra Deluxe [Videogioco] [Interactive storytelling] [2 Hours] (Xbox Series X) [Windows, macOS, Linux, Nintendo Switch, PlayStation 4/5, Xbox One/Series S] Galactic Cafe
Sportello informazioni
La storia infinita è stata stampata anche in una bellissima edizione in due colori, parte rosso e parte verde, mondo reale e mondo di Fantàsia, come si può vedere a questo link. Talmente bella che ricordo ancora la gioia che ho provato quando me l’hanno regalata. Peccato che leggere un testo scritto in rosso e in verde si sia rivelato una tortura, al punto da farmi abbandonare la copia per sempre sul ripiano della libreria.
Sembra un aneddoto inventato, invece Michael Ende è vissuto per quattordici anni a Genzano, vicino Roma, in una casa chiamata Casa Liocorno. Chissà, forse si erano nascosti da lui i due Liocorni.
Nello scorso episodio abbiamo visto un tramonto durato cinque mesi, creato da Olafur Eliasson. E se oggi vi mostrassi un tunnel di nebbia sempre fatto da lui?
Titoli di coda
Nessuno direbbe che una valanga possiede il libero arbitrio. Nemmeno il primo ciottolo, quello che fa partire tutto, decide di cadere.
Quello che accade nella nostra testa non è lineare, non va dall’alto verso il basso. Eppure a volte non sembra nient’altro che una valanga. Una serie di ciottoli che a un certo punto perdono l’equilibrio e cadono dove devono cadere.
Se viveste all’interno di una valanga che va avanti da una quarantina d’anni, sapreste riconoscere la valanga?
Al prossimo episodio, ciao!
i tuoi scritti sono sempre più necessari ed urgenti.
Late to the party, ma come non rispondere a qualcuno che tratta La Storia Infinita da un punto di vista che non avevo mai considerato? Io ne ho tre copie, di cui l'ultima la famigerata a colori di cui parli, la mia prima lettura del libro, preso in biblioteca tantissimi anni fa.
Anyway, per me il libro parlava della crescita e di come la perdita dell'innocenza fanciullesca facesse perdere l'immaginazione, ma anche lo scoprire che in età adulta ogni scelta porta a conseguenzale che prima erano assorbite dallgli adulti che ci proteggevano da piccoli. Il riavvicinamento tra Cristiano e suo padre è un incontro a metà strada.
Bravo Stefano