The many pieces of Mr. Coo e La Linea di Osvaldo Cavandoli
Due nasi importanti per annusare un mondo surreale #disegno #artevisiva #videogioco
Bentornati a Giochetti per una spumeggiante terza stagione! Siete pronti? Ci sono delle novità importanti, alcune le scopriremo nel corso delle prossime uscite, una invece è talmente grossa da meritare un po’ di spazio in questa intro: da oggi esiste anche un gemello inglese di Giochetti. Il suo nome è Artcade (applausi graditi). Intendiamoci: Giochetti è e rimarrà il laboratorio da cui tutto ha origine, ma sarei felice se supportaste anche Artcade, soprattutto perché mentre in Italia la mia rete sociale (leggi: amici) è numerosa, il pubblico anglosassone si può contare su un naso (ciao Lo’). Se avete amici e conoscenti che parlano inglese fategli sapere che una nuova follia è in città ed è intenzionata a restare. Il link ad Artcade è questo: artcade.substack.com, cos’altro vi serve?
E ora, senza ulteriori indugi, diamo inizio alla terza stagione di Giochetti. Buona lettura!
Osvaldo Cavandoli ha 49 nove anni quando gli viene un’idea per fare pubblicità durante Carosello (per chi non lo conoscesse, Carosello era un programma che andava in onda sulla Rai subito dopo il telegiornale e raccoglieva dei corti pubblicitari spesso dotati di una certa vena comica). L’idea di Cavandoli è questa: un personaggio cammina lungo una linea di cui lui stesso fa parte, parla con uno strano grammelot ispirato al milanese e incontra ostacoli che spesso vengono risolti con l’intervento del disegnatore. Idea semplice che a Lagostina piace, tanto che commissiona alcune pubblicità con La Linea:
L’avevamo già visto accadere nell’episodio intitolato La malinconia di Gris e di Folon: a volte le pubblicità diventano il mezzo espressivo di artisti anche molto affermati. Nel caso di Cavandoli La Linea fu talmente apprezzata da diventare testimonial di prodotti in giro per il mondo, dalle banche agli elettrodomestici, dai cellulari alla crema antiemorroidale Faktu in Germania (almeno stando a quanto si legge online… purtroppo nonostante le mie ricerche non sono riuscito a trovare un video come prova).
La Linea non è stata solo un testimonial. In seguito al suo successo i suoi surreali corti sono diventati fumetti e poi una serie di corti svincolati da ogni legame pubblicitario. Vi lascio il primo qui sotto:
Mr. Coo ha molti punti in comune con La Linea, a partire dall’incredibile somiglianza che hanno i loro nasi, passando per l’uso del grammelot come linguaggio, fino alle situazioni surreali in cui si ritrovano entrambi.
Cliccando qua e là, spesso in cerca del punto giusto dove posizionare il puntatore più che alla ricerca di una logica, aiuterete Mr. Coo a mangiare una mela. Peccato che una volta realizzato questo desiderio, in stile peccato originale, Mr. Coo verrà punito e diviso in pezzi come suggerisce il titolo (The many pieces of Mr. Coo vuol dire letteralmente I molti pezzi di Mister Coo).
Le atmosfere impossibili e sorprendenti che si respirano nei corti de La Linea vengono riprese in The many pieces of Mr. Coo, ma a differenza dello stile minimalista del personaggio di Cavandoli il mondo assurdo di questo gioco ha una magnificenza visiva da lasciare a bocca aperta. Non aspettatevi però nulla più di un cartone animato interattivo.
Gammera Nest (2023) The many pieces of Mr. Coo [Videogioco] [Avventura punta-e-clicca] [1½ ore] (Xbox Series X) [Windows, Nintendo Switch, Playstation 4/5, Xbox One/Series S] Meridiem Games, Astrolabe Games
Sportello informazioni
Se volete vedere altri video con La Linea, online trovate raccolte che durano ore. Io vi segnalo invece questo piccolo corto che non arriva nemmeno a due minuti in cui (con un gusto un po’ cringe, va detto) Osvaldo Cavandoli e La Linea parlano tra loro:
Il grammelot è un modo di comunicare universale e affascinante. Non è un caso che venisse usato da Charlie Chaplin e da Dario Fo. Forse però non sapete che è stato usato anche in poesia, per esempio da Fosco Maraini in Gnòsi delle fànfole che già dal titolo dice tutto.
Episodio colmo di video, lo so, ma parliamo di cartoni animati, di grammelot e di cartoni animati interattivi, quindi eccone in arrivo un altro. The many pieces of Mr. Coo non dura molto, un paio d’ore a dir tanto. Questo però quando non sapete ancora come risolvere i vari quadri, sapendo dove cliccare lo si può finire in 35 minuti e spicci, cosa che lo rende un bel cartone da vedere su Youtube. Magari preferite scoprirlo così:
Titoli di coda
The many pieces of Mr. Coo ha scatenato il bisogno malsano di categorizzare che abita nella testa di molti di noi, l’impulso a tracciare un confine netto intorno a un concetto che di netto ha ben poco. Il fatto è che The many pieces of Mr. Coo si avvicina moltissimo al cartone animato e questa sua ambiguità ha rimbalzato qua e là nella mia scatola cranica, finché mi sono detto che dovevo smettere di pensare ai videogiochi come se ne esistessero due o tre tipi. Ormai non basta più chiedersi se si spara o si salta per capirne il filone d’appartenenza e la prova è che fin troppe discussioni si creano intorno ai videogiochi più amati. Come in letteratura non esistono solo libri gialli, così non esistono solo platform in stile Super Mario. Oggi siamo arrivati al new weird e al sandbox survival e se vi state chiedendo quale categoria si riferisce a un libro e quale a un gioco, beati voi, vuol dire che non siete finiti nel tunnel. Perché incastrare tutto in categorie? L’importante è che ci siano sempre nuove sfumature da provare. Voi siete d’accordo?
Prima di salutarci vi segnalo che ho attivato le sottoscrizioni. Giochetti si potrà ancora leggere senza blocchi, ma se volete valorizzare il tempo e il lavoro che investo nel progetto da oggi potete farlo anche monetariamente. Il vostro supporto andrà nell’acquisto dei giochi di cui parlo, nei biglietti dei musei che visito, nell’acquisto dei libri e se proprio vogliamo sognare in grande non mi dispiacerebbe partecipare un giorno a qualche fiera di settore, per parlare ogni tanto anche del futuro dei videogiochi e non solo dei successi già acquisiti. Chissà, magari, un giorno… Per supportare Giochetti ti basta cliccare su questo link arancione o sui pulsantoni qui sotto. Al prossimo episodio!
Bentornato ❤️
Giocando a The Plucky Squire mi è venuto un mente Giochetti, merito tuo che qualcosa hai lasciato anche a chi come me di arte sa poco o nulla
Ho sempre pensato che Cavandoli avesse disegnato anche il video di Bla Bla Bla di Gigi d'Agostino. Non voglio scoprire se sia vero o meno.