Bentornati a Giochetti, il cantiere dove noi anziani (anziani soprattutto dentro) ci fermiamo a osservare i lavori in corso. E a proposito di lavori in corso vi comunico un cambiamento nella cadenza degli episodi: da oggi e fino alla fine di maggio Giochetti uscirà ogni quindici giorni, detto in parole semplici una settimana sì e una no.
Questo cambiamento avviene per un paio di ragioni che mi sembrano importanti: la prima è che ho bisogno di più tempo per preparare le uscite, perché mi piace approfondire e giocare il più possibile quello di cui parlo. Inoltre ci sono altri progetti che sto trascurando (non ultima la newsletter gemella di questa: Scrivere) e che chiedono a gran voce maggiore attenzione.
La seconda ragione invece riguarda la lettura e voi che ricevete l’email. Giochetti vi piace, me lo scrivete con un entusiasmo ogni volta che qualcosa vi colpisce e questo mi rende felice; allo stesso tempo però siamo bombardati di email e articoli, le vostre caselle email sono intasate come la mia. Non voglio essere parte di questo meccanismo, preferisco cliccare su “invia” una volta di meno ma essere sicuro che quello che vi mando sia ricevuto con piacere.
Quindici giorni mi sembrano un tempo più sano per me e per voi. Ovvio che sono qui in ascolto e ogni commento sarà prezioso. Ditemi quello che volete, dagli insulti alle promesse. Troveremo posto per tutto. E adesso, buona lettura!
Lo stile di Folon è impresso nella mia mente da molti anni per via dei colori dei suoi acquerelli, per la semplicità dei tratti e per la malinconia che trasuda da ogni sua tela. Da quando ho visto una pubblicità disegnata da lui (ebbene sì, si può conoscere un pittore anche grazie a uno spot) ho scoperto un modo di dipingere, una voce si direbbe per uno scrittore, che lo rende unico. C’è forse chi usa colori simili, chi disegna con uno stile che lo ricorda, ma l’atmosfera che ogni volta mi avvolge davanti ai suoi lavori… quella è inconfondibile.
Jean-Michel Folon (1989) Uccello [Oiseau] [Pittura] [Acquerello]
Jean-Michel Folon (1980) Ombra blu [Blue Shadow] [Pittura] [Acquerello]
Jean-Michel Folon (2001) L’albero del cuore [L'abre à cocur] [Pittura] [Acquarello]
Gris è un gioco semplice in cui si salta e si esplora un mondo in cui è difficile perdersi. Anche in questo, non solo nell’aspetto visivo, Gris ricorda l’approccio di Folon: il modo diretto, privo di fronzoli con cui possiamo partecipare a questa avventura è lo stesso con cui entriamo in contatto con i quadri del pittore.
Ricostruire costellazioni, ridare i colori al mondo e riguadagnare la capacità di cantare. Sono le missioni che guidano il nostro personaggio attraverso livelli visivamente bellissimi che spesso mi hanno costretto a osservare lo schermo come un ebete.
Gris parla dell’elaborazione del lutto, ma lo fa con una grazia tale che lo si potrebbe giocare tutto senza accorgersene. L’unica certezza è il senso di bellezza e malinconia che resterà addosso al giocatore.
Nomada Studio (2022) [2018] Gris [Videogioco] [Platform] [3½ h.] (Xbox Series X) [macOS, iOs, Android, Nintendo Switch, Windows, PlayStation 4/5, Xbox One/Series S] Devolver Digital
Sportello informazioni
Folon è conosciuto per i suoi acquerelli, ma è stato anche scultore. Se vi capitasse di passare dalle parti di Bruxelles potreste fare un salto alla Fondation Folon, dove ne trovate alcune molto belle. Così belle che io non resisto e aggiungo un’altra foto:
Quanto mi piacevano da bambino gli spot Snam sul metano. Il messaggio non è invecchiato benissimo: “La natura crea il metano / per aiutare l’uomo a vivere nella natura” (ne abbiamo capite di cose dal 1998) ma sono ancora belli da vedere.
segnalo che a Firenze ci sono moltissime sculture di Folon come L’uomo della pioggia vicino a Tuscany su Lungarno Aldo Moro https://mcarte.altervista.org/wp-content/uploads/2017/05/uompiog-1.jpg alle 12 sculture nel Giardino delle Rose https://chiantilife.wordpress.com/2016/01/19/giardino-rose-firenze-museo-opere/
Grazie Stefano per avermi fatto scoprire Jean-Michel Folon! Per Giochetti trovo sempre il tempo di lettura, soprattutto per la tua capacità di condensare i pensieri in uno spazio breve.
Ammetto però che vivo la tua stessa pressione cognitiva per l'enorme numero di newsletter a cui sono iscritto, e e mi sto chiedendo anch'io se modificare Linguetta (nella frequenza o nella lunghezza) per non prendere e pretendere troppa attenzione da chi mi legge - anche perché da un po' ho in testa un'espansione gemella della newsletter in una forma brevissima 😅.