World Tour: Bright Lights of Svetlov
Com'era vivere nella Russia degli anni '80? #worldtour #russia #videogioco
Bentornati a Giochetti, la guida turistica che parla ben dieci lingue diverse. Purtroppo tutte contemporaneamente. Ebbene sì, questa è la seconda puntata di World Tour e siamo pronti a esplorare un nuovo territorio: la Russia. Come vedrete lo faremo da una prospettiva molto umana e piccola. Di solito i videogiochi raccontano di mondi giganteschi, le storie diventano sempre epopee, invece un videogioco può essere anche minuscolo, quasi intimo. Veamos together kao si déclineนี้ pérsi из наших 娯楽 uppáhalds. Buona lettura!
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Come nell’episodio precedente mi trovo subito a correggere a precisare la mappa qui sopra. Bright Lights of Svetlov è ambientato nella Russia degli anni ‘80, ovvero in quella che all’epoca era l’URRS (l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche o in russo CCCP). Il territorio dell’URRS era più vasto della Russia di oggi e la Russia era solo una delle 15 repubbliche socialiste che la componevano. Tutto questo per dire cosa? Ci arrivo. Il vero nome della città di provincia in cui è ambientato il gioco viene rivelato nel finale (per questo non lo menzionerò) e la sua posizione geografica cade appena fuori dai confini che vedete evidenziati dal rosso della mappa. Quindi la mappa è inutile? Non siate così tranchant, come direbbero quelli che odiano la parola “perentorio”. La mappa vi fa capire di cosa stiamo parlando, poi arrivo io con i dettagli. Siamo una squadra, la mappa e io.
Risolta tutta la questione geografica, il gioco inizia con l’arrivo al nostro nuovo appartamento all’ottavo piano di un palazzone di cemento. Si capisce subito che l’allegria non era il lato forte della personalità dell’architetto.
Bright Lights of Svetlov non è altro che un walking simulator: vuol dire che dovrete gironzolare per la casa, compiere qualche semplice azione qua e là e leggere alcuni testi. Tutto qui. Se cercate un arcade azione-e-sparatorie questo titolo non fa per voi.
L’ottavo piano garantisce una buona luce e l’appartamento non è male. C’è anche una gradevole vista dal balcone dove si può fumare una sigaretta.
La storia alterna il racconto (vissuto sempre in prima persona) dell’attuale inquilino e della famiglia che prima abitava nell’appartamento. Passando da un filo narrativo all’altro pian piano riusciremo a scoprire perché sono andati via.
La maggior parte del tempo gireremo per casa occupati da mansioni quotidiane. L’arredamento ci ricorda che siamo una quarantina di anni indietro nel tempo (o che siamo andati a trovare la zia con i mobili implasticati di cui parlavamo qualche episodio fa). C’è anche qualche piccolo giro all’esterno del palazzo.
Brights Lights of Svetlov è un gioco realizzato da una sola persona e si vede. Gli esseri umani sono solo sagome sullo sfondo, le azioni vengono eseguite con animazioni minimaliste e a volte il motore grafico fatica e singhiozza. Eppure Vladimir Cholokyan aveva bene in mente quello che voleva raccontare e creando un’atmosfera efficace ci porta nella storia drammatica di una famiglia di cui non rivelerò alcun dettaglio. Di lui ho trovato anche un’interessante intervista tradotta in italiano e priva di spoiler fatta da Davide Viarengo e Daniele Citerio per Il Videogioco.
Se vi incuriosiscono le luci brillanti di Svetlov il gioco costa pochissimo e richiede meno di due ore del vostro tempo. Un viaggio rapido ma d’impatto nell’URRS degli anni ‘80.
Vladimir Cholokyan (2021) Bright Lights of Svetlov [Videogioco] [Walking simulator] [1½ ore] (Xbox Series X) [Nintendo Switch, PlayStation 4/5, Xbox One, Windows, Xbox Series S] Vladimir Cholokyan
Titoli di coda
Il videogioco può essere tante cose. Ultimamente il modello più in voga è il mega mondo in cui gironzoli cercando di raggiungere un puntino su una mappa. Di solito quando hai raggiunto il puntino devi sparare o combattere qualcosa. Con questa descrizione ho preso l’ultimo Final Fantasy, tanta produzione Ubisoft, GTA, la saga di Horizon, eccetera, eccetera. E io me li gioco, a volte volentieri, a volte un po’ meno e quando uscirà GTA VI sarà come l’avvento del messia. Però il videogioco può essere tante cose, lo dicevo all’inizio del paragrafo e lo penso ancora. Me lo ha ricordato Bright Lights of Svetlov con il suo essere un gioco diverso. Forse un gioco di denuncia, di testimonianza, la definizione mi interessa poco, l’importante è che esista, con tutti i suoi difetti.
il videogioco ha la forza di essere pure la negazione di se stesso.