Bentornati a Giochetti, dove la quarta e la quinta dimensione sono la normalità, la sesta e la settima sono dietro l’angolo e non è poi così strano salire fino all’undicesima. Qui Il problema dei tre corpi non esiste anzi, tre corpi sono pochi in quest’orgia di stimoli che intrecciano ogni arte possibile e immaginabile. Sono davvero tanti gli strati che accumuliamo, che mettiamo uno sopra l’altro, così tanti che ne faremo una montagna (ma tu guarda che giro per arrivare al tema di oggi, ma non potevo partire dallo sci? È uno sport in difficoltà, lo sci, potevo partire da lì). La montagna, come forse avete intuito, è il filo conduttore di oggi, ma prima che riparta per la tangente… Buona lettura!
Con questi amici si discuteva spesso di andare a vivere in montagna tutti insieme. Leggevamo Bookchin e sognavamo, o fingevamo di sognare, di trasformare uno di quei villaggi abbandonati in una cittadella ecologica […].
Era il gioco dell’utopia a cui giocavamo ogni sera. Bruno, che il suo villaggio ideale lo stava costruendo davvero, si divertiva a demolire il nostro. Diceva: senza cemento le case non stanno in piedi, e senza concime non cresce nemmeno l’erba dei pascoli, e senza benzina voglio vedere come tagliate la legna. D’inverno che cosa pensate di mangiare, polenta e patate come i vecchi? E diceva: siete voi di città che la chiamate natura. È cosí astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.
Le otto montagne è la storia di un’amicizia, su questo non ci piove, anzi, nevica, ma è anche la storia di un luogo. In effetti, l’aspetto più emozionante del libro è proprio come Cognetti riesca a far diventare l’ambientazione una parte imprescindibile del racconto: in questo romanzo di formazione c’è la montagna a fare da tela, senza di lei tutto diventerebbe vago, impalpabile, e finiremmo per usare termini astratti proprio come suggerisce Bruno.
Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch (2022) Le otto montagne [Opera audiovisiva] [Drammatico] [147 min.] Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa
In dicembre decisi di andare a trovare Lara. Risalii la sua valle un giorno che nevicava appena, all’inizio della stagione dello sci. Non era un paesaggio poi molto diverso da quello di Grana, e guidando pensai che tutte le montagne in qualche modo si somigliano, eppure non c’era niente, lí, a ricordarmi di me o di qualcuno a cui avevo voluto bene, ed era questo a fare la differenza. Il modo in cui un luogo custodiva la tua storia. Come riuscivi a rileggerla ogni volta che ci tornavi. Poteva esisterne solo una, di montagna cosí, nella vita, e in confronto a quella tutte le altre non erano che cime minori, perfino se si trattava dell’Himalaya.
Paolo Cognetti (2016) Le otto montagne [Letteratura] [Romanzo] Giulio Einaudi editore, Torino
Se la montagna raccontata da Cognetti è piena di ricordi, non è da meno la montagna (o scoglio, o gigantesco corallo) di Jusant. Qui ogni cosa è ricordo. Noi, in veste di esploratore, scopriremo il passato di questo strano luogo ormai disabitato e di appiglio in appiglio saliremo sempre più in alto fino a raggiungere vette che allo sguardo sembravano inaccessibili.
Jusant è un termine francese che, come ci tiene a farci sapere il gioco all’inizio, indica il riflusso della marea, l’acqua che si ritira. La montagna che esploriamo in compagnia di uno strano animaletto è infatti in mezzo al deserto ma gli anfratti, le case, sono colme di riferimenti al mondo marino: reti, barche, boe, tutti attrezzi da lavoro usati da persone che dopo la sparizione dell’acqua sono dovute andare via.
Durante la scalata scopriremo le storie di alcuni abitanti della montagna, anche se, a prescindere dai vari testi che si possono leggere su lettere ormai abbandonate, l’aspetto più affascinante del gioco è l’atmosfera che si respira in ogni momento: questo mondo un tempo vivo ci trasmette i suoi ricordi mentre cerchiamo un nuovo appiglio, mentre lanciamo uno sguardo alla vetta o uno a valle per osservare la strada che abbiamo percorso.
Don't Nod (2023) Jusant [Videogioco] [Puzzle, Platform] [4½ h.] (Xbox Series X) [Microsoft Windows, PlayStation 5, Xbox Series S] Don't Nod
Sportello informazioni
Le otto montagne ha vinto il Premio Strega, il film con Marinelli e Borghi ha vinto quattro David di Donatello compreso miglior film. Se proprio non avete tempo per leggere il libro, né voglia di vederlo in tv, ascoltate l’audiolibro. Potete farlo su Audible oppure grazie al Centro Internazionale del Libro Parlato che fornisce moltissimi contenuti anche gratuiti per le persone con problemi visivi.
Jusant ha una grande atmosfera e una magnifica ambientazione, ma è anche un gioco in cui ci si arrampica. Come si costruisce un gioco in grado di restituire la sensazione di arrampicarsi? Ce lo spiega questo video di Game Maker's Toolkit (in inglese):
Che bella questa puntata, soprattutto per uno come me che senza montagne farebbe fatica a stare. Mi piace molto la scrittura piana che sta dentro "Le otto montagne" ma che riesce a portare chi legge alla sua "quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene".