Humanity e un libro di Yuval Noah Harari
Raccontare la storia umana con un libro e un videogioco #storia #antropologia #videogioco
Bentornati a Giochetti, l’asilo nido per adulti dove si continua a crescere (e a giocare) anche da grandi. Dite quello che volete ma uno studio inesistente ha dimostrato che i lettori adulti di Giochetti crescono in media un millimetro l’anno. Se non lo avete ancora notato i motivi possono essere due: vi siete iscritti da poco, pazientate; oppure avete tagliato i capelli e la diminuzione della capigliatura ha compensato la crescita. Non credo esista un’altra newsletter in grado di garantire tali entusiasmanti finti benefici. Se non è un motivo questo per iscriversi, io non so. Buona lettura!
Anche l’Homo sapiens appartiene a una famiglia. Questo fatto banale è stato uno dei segreti più strettamente custoditi della storia. L’Homo sapiens ha preferito a lungo considerarsi un essere a parte rispetto agli animali: un orfano privo di una famiglia, senza fratelli o cugini e, cosa più importante di tutte, senza genitori. Però così non era. Ci piaccia o no, siamo membri di una famiglia vasta e particolarmente rumorosa, quella delle grandi scimmie. I nostri parenti prossimi comprendono gli scimpanzé, i gorilla e gli orangutan. I più vicini sono gli scimpanzé. Giusto sei milioni di anni fa, una scimmia femmina ebbe due figlie. Una diventò il progenitore di tutti gli scimpanzé, l’altra è la nostra nonna.
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Il fatto che ci mancano fratelli e sorelle ci induce facilmente a immaginare che noi siamo il compendio della creazione, e che tra noi e il resto del regno animale ci sia un abisso. Quando Charles Darwin dichiarò che l’Homo sapiens era solo un altro tipo di animale, la gente s’infuriò. Ancora oggi molti si rifiutano di crederci. Se i Neanderthal fossero sopravvissuti, continueremmo a pensare di essere creature a parte?
Non si può negare che Harari la prenda alla lontana, ogni volta che esce un suo libro il suo stile romanzato gli costa molte critiche. Critiche che hanno anche fondamento. Devo dire però che subisco anche il fascino con cui racconta il conflitto tra specie (umane) fino ad arrivare alla nostra incredibile capacità di cooperazione basata sui miti: c’è stato un momento nella nostra storia in cui siamo passati da un adattamento basato sulla biologia a un adattamento molto più veloce basato sulla cultura. Harari lo racconta con molta più magia:
La capacità di creare una realtà immaginata traendola dalle parole ha consentito che grandi numeri di estranei cooperassero efficacemente tra di loro. Ma ha fatto anche qualcosa di più. Poiché la cooperazione umana su vasta scala si basa su miti, il modo in cui gli individui cooperano può venire alterato attraverso un avvicendamento dei miti – cioè raccontando storie differenti. In circostanze favorevoli i miti possono cambiare rapidamente. Nel 1789 la popolazione francese passò, praticamente dalla sera alla mattina, dalla credenza nel mito del diritto divino dei re alla credenza nel mito della sovranità del popolo.
Chissà cosa penserebbero di noi oggi i Neanderthal o i Denisova. Come vedrebbero la nostra capacità di cooperazione e i frutti che ne derivano? Sarebbero stati in grado di partecipare? Di far parte di questo percorso? La loro è una storia interrotta, la nostra invece la potete conoscere leggendo Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità.
Com’è possibile che noi oggi disponiamo di missili intercontinentali dotati di testate nucleari mentre trentamila anni fa avevamo solo bacchette con punte di selce? Dal punto di vista della fisiologia non c’è stato, da trentamila anni a questa parte, alcun miglioramento significativo nella nostra capacità di fabbricare utensili. Albert Einstein aveva un’abilità manuale molto meno sviluppata di quanto non ne avesse un antico cacciatore-raccoglitore. Però la nostra capacità di cooperare con grandi numeri di estranei è migliorata straordinariamente. La punta della lancia fatta con la selce veniva fabbricata in qualche minuto da una singola persona, che contava sul consiglio e sull’aiuto di pochi amici intimi. La produzione di una testata nucleare moderna richiede la cooperazione di milioni di estranei sparsi nel mondo – dagli operai che estraggono il minerale d’uranio nelle profondità della terra ai fisici teorici che scrivono lunghe formule matematiche per descrivere le interazioni delle particelle subatomiche.
Yuval Noah Harari (2017) [2011] Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità. (Nuova edizione riveduta) [From Animals into Gods: A Brief History of Humankind] [Saggistica] [Antropologia] [544 pp.] Bompiani
Un infinito numero di omini cammina a schermo. Humanity potrebbe essere riassunto così e già basterebbe a farmelo giocare. Nei panni di uno Shiba Inu, razza canina che tra criptovalute e carriere cinematografiche ultimamente si dà molto da fare, dovremo dare dei comandi agli umani e condurli verso l’ascensione.
I quadri sono complessi il giusto, ogni tanto il set di comandi a nostra disposizione cambia o viene ampliato… tutto sembra condurre verso un puzzle game molto classico. E invece, sarà per l’estetica meravigliosa o per il percorso evolutivo che quadro dopo quadro questi omini compiono, il gioco riesce a mettere in scena in modo stilizzato la storia dell’uomo. Una storia raccontata per grandi salti, metaforici e fisici (immagine sotto), che riesce a introdurre sempre nuovi elementi e a non farlo mai diventare noioso.
Enormi colossi dorati (che rappresentano le personalità geniali), fazioni oscure, le armi, la guerra, l’astuzia, la cooperazione, l’evoluzione tecnologica. Tutte fasi raccontate attraverso gli stage, in modo astratto, minimalista, con un gusto che è quasi all’opposto di quello usato da Harari in Sapiens. Eppure altrettanto affascinante.
L’evoluzione umana in un gioco. A me sarebbe bastato anche vedere migliaia di omini volanti a schermo, Humanity ha deciso di metterci anche del contenuto.
tha LTD. (2023) Humanity [Videogioco] [Puzzle-platformer, strategico in tempo reale] [12 ore] (Playstation 5) [Playstation 4, Windows, Xbox One/Series X/S] Enhance Games
Sportello informazioni
Lo so che un libro di più di 500 pagine sulla storia umana può spaventare. Sapiens scorre fluido ma richiede anche tempo. Se avete un figlio o un nipote forse potete fare così: gli regalate la graphic novel tratta dal libro e prima di impacchettarla date una letta a quella. Senza paura, resta tra noi.
Se siete interessati alle critiche mosse ad Harari potete leggere un buon riassunto nell’articolo Yuval Noah Harari la fa sempre semplice pubblicato qualche tempo fa dal Post.
Tetsuya Mizuguchi, l’autore dietro Humanity è uno dei più bravi (probabilmente il più bravo) a inserire nei videogiochi la sinestesia. Concetto e processo un po’ lungo da raccontare, ma visti i titoli creati da questo genio probabilmente torneremo a parlarne in altri episodi di Giochetti.
Titoli di coda
Sembrerà strano, ma a me gli esseri umani piacciono. Spesso sono dei gran stronzi, non hanno pazienza e credono a cose incomprensibili, ma quando ho dormito abbastanza e la giornata è partita col piede giusto mi accorgo che sono pieni di qualità. Per dire, ci sono persone che continuano a condividere Giochetti, altre che mettono like o commentano con spunti o complimenti. Che gli vuoi dire se non grazie? Io a volte mi stupisco che qualcuno venga qui a leggere. Invece esistono persone interessate. Non c’è niente da fare, non riesco a dimenticarmelo nemmeno quando qualcuno mi taglia la strada con la macchina e mi urla pure che aveva ragione: a me gli esseri umani piacciono. Al prossimo episodio, ciao!
Non mi serve quel millimetro in altezza all'anno, perciò chiedo se possono averne un paio al mese solo per i capelli... (: