Chants of Sennaar e la Stele di Rosetta
Se il benessere di ogni relazione si fonda sulla comunicazione, perché le relazioni tra i popoli dovrebbero fare eccezione? #linguaggio #scrittura #videogioco
Bentornati a Giochetti, il traduttore automatico che inventa le parole. Pensateci, un traduttore che fa quello che vuole, sarebbe bellissimo. Sali su un taxi e provi a domandare “Può portarmi all’Hotel Excelsior?” ma il traduttore ti fa dire “Ci sono molti Puffi all’Excelsior?”. Il tassista ti guarda un po’ perplesso: “Cosa? Che Puffi?” ma tu capisci “Perché non hai messo il deodorante?” e via così. Due ore di equivoci globali e il mondo acquisterebbe un gusto sorprendente, vivremmo nell’impossibilità di capirci con le parole che è probabilmente quello che sta succedendo adesso leggendo l’intro di questo episodio. Mi dispiace, non sapremo mai cosa ci facevano tutti quei Puffi all’Excelsior. Forse meglio così. Buona lettura!
Questo pezzetto di granito da ottanta tonnellate è stato il volantino di propaganda più importante inciso, probabilmente in più copie, nel 196 avanti Cristo. Sembra incredibile ma anche i faraoni avevano problemi di consenso, a quanto pare.
I volantini fanno la stessa identica fine da quando l’essere umano ha deciso di usarli: li distribuisci in giro, la maggior parte finisce nella spazzatura e non li legge nessuno. Eppure all’epoca si erano sforzati per rendere il messaggio quanto più accessibile possibile: in alto i geroglifici, nella fascia centrale il demotico (una lingua egizia usata per i documenti destinati al popolo) e nella parte bassa il greco antico.
Andiamo avanti di un paio di millenni. Siamo nel 1799 dopo Cristo. In Egitto le truppe napoleoniche si stanno preparando per una battaglia quando trovano la prima edizione della Settimana Enigmistica che sia mai esistita. Al tempo gli appassionati non erano molti, così la stele viene spedita al Cairo e da lì inizia il suo viaggio tra gli studiosi. Fino ad allora i geroglifici erano rimasti un mistero illeggibile.
Per quanto questo testo possa essere stato ben scritto, nonostante la cura nel presentarlo in più lingue e l’uso del granito che gli conferisce una certa marzialità, il fatto che i faraoni non ci siano più mi fa pensare che allora come oggi il volantino fosse un pessimo strumento di comunicazione.
La morale che questa storia ci insegna è limpida: a meno che non siate una pizzeria che consegna a domicilio, non stampate volantini.
Sconosciuto (196 a.C.) Stele di Rosetta [Incisione] [Propaganda politica faraonica] [Lastra di granito] [112,3×75,7×28,4 cm] British Museum, Londra
All’inizio di Chants of Sennaar ci si ritrova alla base di quella che sembra proprio una versione in forma di videogioco della torre di Babele (allora perché hai parlato della Stele di Rosetta e non della Torre di Babele? Domanda corretta, la risposta è che mi piace troppo la Stele di Rosetta per perdere l’occasione di parlarne).
Quattro popolazioni vivono nella torre, ognuna abita a una diversa altezza e ognuna parla un lingua incomprensibile.
Grazie al nostro librone di appunti pian piano riusciremo a mettere in relazione quello che vediamo con quello che ascoltiamo e forse anche a capire i diversi approcci alla comunicazione delle quattro popolazioni.
Chants of Sennaar è il sogno dei creatori dell’esperanto, un gioco in cui grazie alla deduzione pian piano riusciamo a entrare in relazione con gli altri, ad aiutarli e salire sempre più in alto, verso una complessità maggiore. Se la vostra passione è l’antropologia e avete il poster di Malinowski in camera, sarà davvero appagante vagare per questa terra sconosciuta e conoscere culture diverse.
Se poi siete dei novelli Chomsky gettatevi su questo gioco: avanzando nella comprensione delle lingue sarete in grado di far parlare tra loro le diverse tribù e quando tutti riusciranno a comprendersi, be’ le cose non possono che funzionare meglio, no?
Rundisc (2023) Chants of Sennaar [Videogioco] [Puzzle-adventure] [9 ore] (Xbox Series X) [Nintendo Switch, PlayStation 4/5, Windows, Xbox One/Series S] Focus Entertainment
Sportello informazioni
Bronisław Malinowski era un tipo interessante: prima di lui gli antropologi lavoravano da casa con i racconti dei viaggiatori o erano “antropologi da veranda” che si trasferivano in un altro luogo ma restavano comunque staccati dalle culture a cui erano interessati. Con Malinowski si comincia a lavorare sul campo ed è grazie a lui che cominciamo a vedere foto di villaggi sperduti con la tenda dell’antropologo accanto.
Noam Chomsky è un professore americano che non si fa mancare nulla: studi super-tecnici di linguistica e opinioni divisive sulla politica e sul mondo. Resta comunque una figura così importante che nel 2017 gli è stato dedicato un asteroide dal nome 52270 Noamchomsky.
La storia delle Stele di Rosetta sembra un film hollywoodiano con protagonista una lastra di granito. Geopop ne fa un ottimo riassunto un po’ meno comico di quello che ho scritto io. D’altra parte loro sono bravi bravi.
Titoli di coda
Succede così: non si capisce una frase e invece di chiedere di ripeterla si fanno supposizioni. Questo è sicuramente uno dei drammi dell’essere umano, scatena guerre e distrugge storie d’amore. E rovina la poesia dei coni gelato. Avevo chiesto nocciola, maledizione. Al prossimo episodio, ciao!
…tutto bello ma ovviamente croccante della nonna.
Tutti questi gustosi rimbalzi mi esaltano, grande Stefano! Chants of Sennaar mi pare strabiliante, intanto mi sto ascoltando la colonna sonora del gioco. Ah, per me stracciatella e pistacchio.