Beholder e Le vite degli altri
Farsi gli affari degli altri ed essere pagati per farlo: posizioni aperte in dittatura #cinema #distopia #videogioco
Bentornati a Giochetti, il corso di formazione per chi cerca lavoro sotto dittatura. Da persona che guidando di notte sbircia sempre nelle finestre illuminate dei palazzi, capisco bene il fascino di curiosare nella vita delle persone. Però bisogna fare attenzione, perché “se guarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso guarderà dentro di te” come diceva Nietzsche passeggiando al centro commerciale. Credo fosse il periodo dei saldi. Buona lettura!
La vita dello spione non è semplice. Ti parlano al telefono e ti danno gli ordini, ti devi trasferire nel palazzo dove vive il tuo obiettivo e passi il tempo ad ascoltare la vita degli altri. Guarda caso proprio come il titolo del film: Le vite degli altri.
Certo che se poi ti devi ascoltare tutto il tempo l’esistenza di uno che nella vita fa “il grande scrittore” e convive con una delle attrici più importanti di Berlino Est, forse il tuo destino non è così luminoso.
Specie se invece la tua vita è solitaria e passi il tempo a guardare propaganda in bianco e nero in un appartamento pieno di mobili talmente tristi che gli è stata diagnosticata l’invidia dell’Ikea.
Ecco, se la tua vita è così e la vita degli altri è proprio cosà, può capitarti di avere dei dubbi, di non essere sicuro di aprire le porte che dovresti aprire, può capitarti di leggere un libro che non avresti mai letto, può capitare anche che sia un bel film e che forse andrebbe recuperato. Si è capito che è su RaiPlay, sì?
Florian Henckel von Donnersmarck (2006) Le vite degli altri [Das Leben der Anderen] [Opera audiovisiva] [Drammatico] [137 min] Quirin Berg, Max Wiedemann
Beholder si basa sullo stesso impianto narrativo di Le vite degli altri. Vestiamo i panni di un amministratore il cui compito non è dire al ragazzo del terzo piano di non lasciare la bicicletta in mezzo al cortile, ma spiare gli altri condomini e registrare ogni dettaglio compromettente. Il precedente amministratore è stato arrestato e noi occupiamo il suo appartamento, uno scantinato ben attrezzato per il lavoro di informatore. Schermi, telefono e moduli per i rapporti.
Ben presto saremo di fronte al più classico tra i dilemmi etici: un figlio che studia e una figlia malaticcia hanno molte esigenze, trovare informazioni scomode sulle persone e fare rapporto ci fa guadagnare denaro… fin dove sarete disposti a spingervi?
Spiare dal buco della serratura o installare telecamere negli appartamenti diventerà la vostra routine quotidiana. Ma il guadagno potrebbe non essere sufficiente a sostenere la vostra famiglia. Siete disposti a rubare dagli appartamenti? A compromettere qualcuno che vi sta creando problemi mettendo degli oggetti illegali a casa sua?
Beholder è spietato nel mettervi con le spalle al muro. E quando la polizia arriva su vostra segnalazione portando via uno degli inquilini l’impatto è assicurato. Io mi sono detto: mai più. Pensavo di poter fare una vita tranquilla, segnalare gli aspetti meno gravi alle autorità, cercare di non far precipitare di nuovo la situazione.
Senza rovinarvi la sorpresa, sappiate che il gioco ha saputo portarmi di nuovo di fronte a bivi d’importanza vitale. È così facile compromettersi: meglio perdere l’ultimo briciolo di etica o rischiare di andare in bancarotta? Bisogna stare attenti ai propri principi, al loro peso e alle loro conseguenze, perché in una dittatura è davvero facile fare la fine del precedente amministratore.
Warm Lamp Games (2016) Beholder [Videogioco] [Avventura, strategico] [6 ore] (Nintendo Switch) [Windows, Linux, Android, iOS, macOS, PlayStation 4/5, Xbox One/Series S/X] Alawar Entertainment
Sportello informazioni
Il muro di Berlino è caduto, rivediamolo preso a picconate in un vecchio tg.
Sì, certo, il muro è caduto. Ma avete mai visto quando lo hanno costruito? Una foto con blocchettoni e soldati.
Beholder non si è fermato al primo capitolo, c’è un seguito e anche un terzo episodio. Dai trailer sembrano interessanti, ma non li ho provati. Scusate, prima devo riprendermi emotivamente. Però ho visto il film ufficiale, un corto di dieci minuti con attori veri basato sul videogioco. Curioso.
Titoli di coda
Controllare gli altri, tenerli a bada, cercare un motivo per mandare tutti al gabbio, come si dice a Roma. Per la paura che ti scatenano li tieni d’occhio, li osservi sempre di più e alla fine li capisci. Ecco, se li capisci poi è difficile mandarli al gabbio. A nessuno di quelli che hai capito vorresti far fare una fine del genere. Non mi stupisce che molte persone “gli altri” non li vogliano proprio guardare: vi prego allontanateli, io con loro non ci parlo, no, non voglio sapere niente. “Aiutateli a casa loro”, si sente dire sempre più spesso. È chiaro, chiarissimo, perché si girano dall’altra parte: una volta che li hai capiti, sei fregato: non li puoi lasciare soli, sofferenti. A volte mi sembra che gran parte degli sforzi della nostra società moderna siano rivolti al non vedere. E invece guardate! Guardate! Meglio trovarsi davanti a una scelta difficile, piuttosto che essere inconsapevoli e stronzi. Al prossimo episodio, ciao!
grandioso post