Lo sapevate che le marionette hanno i fili e i burattini invece sono quei pupazzi che si infilano come un guanto? No? Bentornati su Giochetti, il mix di arte e videogiochi del mercoledì che vi regala risposte a domande che mai e poi mai vi sareste fatti. Se non è gentilezza questa, cosa lo è? Buona lettura!
Raccontare storie con le marionette è un’arte con radici profonde, al punto che i reperti più antichi scoperti in India risalgono a 4500 anni fa. Sono greci, invece, i primi testi che descrivono esplicitamente l’uso di marionette come strumento narrativo.
Autore sconosciuto (V o IV secolo a.C.) Bambole greche in terracotta [Scultura] [Terracotta] Atene, Museo archeologico nazionale
Anche Aristotele, nel primo libro della sua Metafisica, usa le marionette come esempio per spiegare la spinta umana verso la conoscenza:
Tutti, infatti, come dicevamo, cominciano col provar meraviglia che le cose siano in un determinato modo, come sono soliti comportarsi di fronte alle marionette o ai solstizi o all’incommensurabilità della diagonale.
Tratto da Aristotele, Metafisica I
Tutto ciò che non conosciamo, che non capiamo, ci stupisce e ci spinge alla ricerca di risposte. Proprio come quando vediamo una marionetta muoversi per la prima volta, senza sapere come faccia a camminare o ad alzare le braccia. La meraviglia che proviamo è alla base del nostro desiderio di sapere e quindi alla base della filosofia. Non male per delle marionette.
Dario Napoli, Marionettistica Fratelli Napoli di Catania (1910) Tigreleone [Marionetta] Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Anche in Italia c’è una lunghissima tradizione di teatro con le marionette. La scuola più famosa è probabilmente quella siciliana (talmente sviluppata da dividersi a sua volta in varianti come la palermitana e la catanese).
L’opera dei pupi siciliana risale a più di tre secoli fa, ma è nel 1800 che conosce il suo massimo splendore e diventa un’importantissima forma di racconto orale.
Oggi il teatro delle marionette ha meno fortuna ma non è sparito del tutto. Esistono ancora diverse compagnie tra cui la Carlo Colla & Figli di Milano che è la più antica ancora in attività. Qui sopra potete vedere il trailer di un loro spettacolo ispirato alla Divina Commedia (e molti altri sono sul loro canale).
In A Juggler’s Tale il narratore introduce la storia e il suo teatro ambulante. Il racconto, proprio come farebbe a teatro, non si esaurisce all’apertura del piccolo sipario, ma prosegue accompagnando tutte le fasi del gioco.
Abby, la marionetta protagonista di A Juggler’s Tale, fugge in cerca di libertà, ma ovviamente il suo carceriere si oppone e vuole riportarla indietro. Come si vede dalle immagini, nel gioco i fili li hanno sia le marionette di forma umana…
…sia quelle a forma di animali. I fili non sono solo un elemento estetico, a volte saranno d’impiccio o in altri casi torneranno utili per interagire con l’ambiente. Anche il narratore potrà usarli per tirarci fuori, nel vero senso del termine, da situazioni di pericolo. L’attimo dopo commenterà con sarcasmo il suo intervento.
Alla fine di ogni livello l’ambiente si ritrasforma nella scenografia del teatro e il sipario si chiude.
Kaleidoscube (2021) A Juggler’s Tale [Videogioco] [Platform] [Download digitale] [2h] (Nintendo Switch) [Microsoft Windows, Playstation 4/5, Xbox One/X/S] Mixtvision Games
Sportello informazioni
Forse vi sembrerà strano ma la più antica compagnia marionettistica italiana sta finendo il filo. Per saperne di più leggete l’articolo del Post intitolato sorprendentemente: la più antica compagnia marionettistica italiana sta finendo il filo.
A Juggler’s Tale è un piccolo gioco che, se volete, potete guardare tutto in un’ora su Youtube, come fosse un cartone animato.
Nel 2008 l’opera dei pupi siciliana è stata inserita dall’Unesco nell’elenco del patrimonio immateriale dell’umanità.
Pensa che l'ultimo spettacolo che vidi tre anni fa, prima del lockdown, fu proprio uno spettacolo di marionette tenuto da Mimmo Cuticchio al passo del Tonale. Ah, e in camera ho appeso un pupo siciliano di mezzo metro!
Poi, non so perché, ma la prima immagine del gioco mi ha fatto emergere il ricordo improvviso di un film: "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo".
Ho amato tantissimo questo gioco, ma mai avrei pensato di metterlo in relazione al teatro delle marionette, anche se in fondo parla proprio di quello. Sempre interessantissime queste riflessioni.